...gran weekend d'azione!
Parete nord, per lo sdrucciolo centrale.
Vecchio progetto nel cassetto per tanti anni, diventa realtà. Supportati da ottime previsioni meteo, da una affidabile baby-sitter a casa, e insieme dell'amico genovese Lorenzo, compagno d'avventure, Silvia ed Io ci regaliamo un weekend d'altri tempi.
La Becca di Gay si innalza sulla dorsale che separa il Piemonte dalla Val d'Aosta e costituisce una delle favolose cime che compongono il selvaggio anfiteatro di montagne alla testata della Valnontey, la valle di Cogne (foto sotto). La via fu salita per la pima volta nel 1939.
Oltre alla parete in sè, costituita da uno scivolo di 400 m. con pendenza tra i 55° e i 60°, bisogna considerare l'avvicinamento e la discesa, che risultano abbastanza complessi. Due sono le possibilità: 1) da Cogne e il Bivacco Borghi, accesso più diretto ma attraveso il tormentato ghiacciaio di Gran Croux oppure 2) dal Piemonte dormendo al Bivacco Carpano, salendo attraverso il Colle Baretti e svalicando il Val d'Aosta per portasi poi alla base della parete (tracciato foto in alto).
Optiamo per la seconda strategia, anche perchè la discesa dalla vetta - stando alle relazioni reperite - dovrebbe essere decisamente più semplice.
Oltre all'occorrente per una salita in alta montagna, data la presenza quest'anno di moltissima neve, portiamo con noi gli sci (Silvia) e le ciaspole (Lorenzo ed io) preoccupati di essere rallentati dalla neve molle. Completa l'attrezzatura anche una pala, nell'eventualità che il bivacco sia ancora sepolto e inaccessibile.
[Arrivo al rif. Pontese]
[Salendo al bivacco Carpano]
Sabato 13.
Lasciata l'auto alla diga del Teleccio (1917 m.), respirando i profumi e i colori della primavera saliamo in 1 ora al Rif. Pontese (2200 m.). Da qui, calzati sci e ciaspole, ci addentriamo nel silenzioso vallone, ne risaliamo il fondo e traversando verso sinistra raggiungiamo il Biv. Carpano (2865 m.), ove ci dedichiamo alle operazioni di cucina. Il cielo è sereno e la sera lascia presagire una gran giornata per l'indomani.
[Silvia in arrivo al bivacco]
[Biv. Carpano, in lamiera, a botte, ottime condizioni, 9 posti, buone coperte, trovata acqua di fusione a 10 min.]
Domenica 14.Sveglia ore 2.30. Una mezza luna rischiara la notte. Ore 3.30. La neve molle di ieri è ora dura e agevole.
Traversiamo qusi in piano verso
Ovest, per poi volgere a Nord e risalire una
valletta glaciale. Su una costa di rocce abbandoniamo l'attrezzatura superflua che recupereremo al ritorno (sci, ciaspole, fornello, pentola, ecc.).
Proseguiamo nella notte ormai chiara puntando una lingua di neve tra una barriera rocciosa: è la stretta e ripida via di salita
all'aereo Colle Baretti (3432 m.), che ci consentirà di scendere sul versante di Cogne. Alle 6.30 siamo sul colle: panorama fantastico e mozzafiato...Dopo essereci legati, iniziamo la
discesa del versante valdostano, faccia a monte per 200m, le condizioni del pendio sono ideali. Anche la crepaccia terminale, che di solito richiede una doppia è agevole. Traversando verso Ovest in 15min. siamo alla base della nostra
ombrosa parete.
[Disarrampicando il canale Baretti] Circa alle 7.30 iniziamo la salita della nord, superando bene la terminale che, caso raro è quasi chiusa da un provvidenziale e sottile
ponte di neve. Si sale agevolmente, ma la neve è poco consistente e non permette di assicurarsi. Dopo 2 tiri di corda raggiungiamo le
rocce del bordo sinistro, che invece consentono ottima protezione.
[Sulla parete Nord]
Da qui saliamo in "conserva protetta" tutta la parete, fino a circa
50m sotto al colletto che ne segna la fine. Qui la
sorpresa: questi ultimi metri sono costituiti da uno
scudo di ghiaccio molto duro (no viti!) e faticoso. Cerchiamo di aggirarlo alla base, con una lunga traversata verso destra. Sosta su spuntone.
[Traversando alla base della placca di ghiaccio]
Poi un tiro diritto delicato su
neve inconsistente e siamo fuori! Dopo tanta ombra, finalmente
il sole!!! Ancora qualche roccetta e alle 12 siamo sulla vetta della Becca. Il tempo è splendido e la vista incomparabile.
[In vetta]
La via normale di discesa, peraltro già tracciata dagli scialpinisti, richiede comunque ancora concentrazione: le roccette sotto la vetta e poi un pendio facile conducono a un lungo canale di neve a 40°, che è necessario scendere con cautela. Infine, recuperato il materiale lasciato stamattina, divalliamo verso il Rif. Pontese (integratore al luppolo!) e poi alla macchina, che raggiungiamo alle 18.
[Discesa per la via normale]