lunedì 3 novembre 2014

Ad Agosto nel Gargano

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Con grande ritardo, il post della nostra vacanza estiva.


Il maltempo che affligge l’Europa ci convince a modificare all'ultimo i piani di vacanza: niente più Olanda, ma giù verso Sud, in Puglia, alla ricerca del sole. Due settimane per visitare lo sperone d’Italia non sono molti, ma abbastanza per farsi un’idea e colmare una nostra lacuna geografica.
Scendiamo con consueta combinazione auto+tenda. Tre giorni a Lerici (tempo instabile e mare agitato) e poi giù fino a raggiungere Peschici ove ormai col buio, troviamo sistemazione in una simpatica e super rilassata area camper-misto-tende: Marina Piccola. Qui sarà la nostra base per tutta la vacanza.

domenica 26 ottobre 2014

Carola prima a Caravino!

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Gara di equitazione stamattina per Carola, specialità gymcana, se così si dice. Siamo al Circolo Ippico "Lo Sperone" di Caravino. Con grande calma e concentrazione (la concorrente prima di lei è caduta ed è uscita in ambulanza) completa in 71 secondi il percorso senza commettere errori, in sella al pony Naeema, del Centro Ippico del Meisino.



domenica 21 settembre 2014

GIS parte 8: nascita dello scafo

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Grande emozione quando Sabato 6 lo scafo ha preso in poche ore, e quasi per magia, la sua forma, e le linee del Goat Island Skiff sono comparse per la prima volta: lo scafo è entrato nella terza dimensione!
Eh si, 3D. Grande emozione ma anche timore di sbagliare qualcosa in questa delicata fase, dove la resina epossidica blocca per sempre tra loro i vari pezzi, incusi eventuali errori. E' stata anche una liberazione nel togliere dalla casa tutti gli enormi e ingombranti pezzi di barca che erano diventati abbastanza insopportabili.

Ma andiamo con ordine. Un test a secco, con sole viti, lo avevo già fatto la domenica prima. Si è trattato ora di aggiungere la colla e rimontare il tutto con le viti, usando i fori che avevo fatto precedentemente. 

[I fianchi sono collegati al diritto di prua]
[Inizio a chiudere le code..]
Ho inizialmente unito saldamente le due fiancate al diritto di prua (cioè lo stem), ottenendo una enorme V che ha riempito da un muro all'altro tutto il piccolo cortile. A questo punto è iniziata la parte più difficile con l'incollaggio della paratie n.1 e n.2. Questa fase prevede di avvicinare tra loro le code delle due fiancate e quindi creare verso prua una struttura a forma d A, molto, molto tensionata. Ho fatto tutto da solo grazie all'utilizzo di un paranco. Io ne ho inventato uno di stampo alpinistico (usando moschettoni, corda e fettucce) e intagliandomi ad hoc due ganci ricavati da due pezzi di legno di scarto. E' anche possibile usarne uno già preparato come quelli di fettuccia usati per fissare i carichi sui camion.

[I due ganci allargano la parte alta, mentre in basso il paranco chiude]
[Il paranco e la paratia n.1]
Non è stato facile, poiché la colla costituisce uno strato molto scivoloso e la paratia n.1 vorrebbe disperatamente uscire schizzare verso l'alto: gli scricchiolii sinistri dei legni che si piegano, la colla che va dappertutto, il paranco da tirare e bloccare, cacciavite e viti che scappano, gli allineamenti segnati a matita da ritrovare con precisione... un lavoraccio. Alla fine, più facilmente incollo la paratia n.3, la n.4 e FINALMENTE ..lo specchio di poppa.

[A metà del lavoro]
[Lo specchio di poppa è incollato]
Guardando la creatura, rimango estasiato dalle linee che sono letteralmente sbucate dal nulla. I fianchi che poco prima, coricati a terra, avevano una forma sgraziata, ora hanno l'inconfondibile linea prevista dal progettista: prua è alta e diritta, il bordo è dolce e scende con continuità verso poppa. Si è formato il rocker, cioè la curvatura prua-poppa dei bordi inferiori dei fianchi. La sezione di prua è affilatissima... un vero Goat Island!

[Uscita dalle tenebre!]
[Il lavoro con la pialla Stanley sui chinelogs]
La seguenti sere dopo il lavoro sono spese in un lungo ma piacevole lavoro di pialla, col fine di spianare i due chinelogs (cioè i montanti inferiori) e creare la superficie piana adatta all'incollaggio del fondo. Una accurata verifica della geometria dello scafo non evidenzia anomalie di simmetria. Che sollievo! Una imprecisione in realtà c'è: la paratie n.3 e n.4 sono montate lievemente (qualche millimetro) basse e dovrò spessorarle prima di incollare il fondo. Poco male. Un lavoretto imprevisto si aggiunge, ma l'inconveniente si risolverà senza lasciar tracce.

[L'allineamento delle paratie: la perfezione!]
[La produzione massiva di trucioli di Cedro Rosso
segna il procedere del lavoro di piallatura dei chinelogs]


mercoledì 3 settembre 2014

GIS parte 7: sempre avanti!

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[psichedelica trama del Douglas, per lo specchioo di poppa]
Dopo una pausa di due settimane ad Agosto (dall'11 al 24) i lavori al Goat Island Skiff sono proseguiti senza sosta nelle luminose sere estive (spesso notti) al rientro dal lavoro e nei weekend. Il meteo piovoso non mi ha fatto rimpiangere le salite in montagna ma nemmeno mi ha aiutato nei lavori, a volte obbligando a sbaraccare il cortile all'arrivo delle prime gocce. Sempre seguendo il dettagliato progetto del sig. Michael Storer ho fatto piccoli ma costanti progressi arrivando, domenica scorsa a realizzare -udite udite- il primo montaggio a secco 3D dello scafo! Prossimamente foto.
Ma andiamo con ordine. Ho imparato a fare gli scarf-joint per unire i listelli che userò per le falchette. Ho realizzato tutti i fori previsti nelle quattro paratie, ho trovato e comperato il Douglas, l'ultimo legno mancante all'appello, ho costruito lo specchio di poppa, ho unito tra loro le due metà dei fianchi e del fondo, ho resinato e levigato una gran parte delle superfici.
Adesso l'obiettivo è chiaro: assemblare in cortile lo scafo in modo da liberare la casa dai legnami prima del 15 settembre: infatti inizieranno le scuole e abbiamo bisogno di avere una casa "abitabile". Il cantiere si trasferirà definitivamente in cortile.

 [Scarf-joint primo step: Taglio obliquo delle due estremità dei listelli, dopo aver tracciato a matita il profilo di taglio]

[Scarf-joint: taglio obliquo eseguito. I due listelli sono affiancati tra loro e bloccati per garantire lo stesso identico angolo di taglio]
 [Scarf-joint secondo step: i due listelli sono incollati lungo la superficie obliqua e bloccati con morsetti fasciati con fogli di plastica per evitare che si incollino anch'essi. I listelli di Douglas, dopo la giunzione lunghi 6 m, formeranno le due falchette]

[Le quattro paratie e lo specchio di poppa, asciugano dopo l'ultima mano di resina epossidica]

[Butt-joint delle due fiancate: i pesi tengono la pressione sull'incollaggio mentre la resina mescolata con la polvere di silice asciuga. I fianchi sono inoltre stati preparati con nastro adesivo a mascherare i futuri punti di incollaggio con le paratie, in previsione della stesura della resina]

[Fuori piove: la resina appena stesa sulle paratie viene fatta asciugare ..in bagno]

martedì 12 agosto 2014

Prima corsa in famiglia

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- Vado a correre. Vieni? (Silvia)
- Ok. Un attimo e son pronto (Enrico)
- Vengo anch'io! (Carola)
- Allora vengo anch'io!! (Emanuele)

L'altra domenica, per la prima volta, siamo andati a correre tutti e quattro assieme. 7 Km su sterrato e tra grandi pozzanghere.
Emozionante.

domenica 10 agosto 2014

GIS parte 6: battaglia per lo stem

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[lavorazione del dritto di prua]
Nel pomeriggio inauguro la resina Trasparente di Epoxyshop, laminandone due mani sulle quattro paratie, sul sedile di prua e quello di poppa. Decido di fare per ora solo i lati che rimarranno non visibili, per valutare eventuali imprecisioni. Procedo mescolando piccoli quantitativi di resina (meno di 100 gr per volta) per evitare problemi col picco termico e conseguente difficoltà di utilizzo. Tutto comunque procede per il meglio e senza grosse difficoltà. L’effetto dell’Okumè resinato è fantastico.
La domenica è dedicata allo stem, ovvero al dritto di prua, che occorre praticamente "scolpire" partendo da un listello a sezione rettangolare e portandolo a una sezione triangolare, sezione che però varia lungo tutta l'altezza (circa 70 cm). Il progetto non indica alcuna tecnica da utilizzare. In rete ho trovato chi ha utilizzato un metodo misto di sega, scalpello e raspa, ma decido per una soluzione più conservativa, con sola raspa. In realtà troverò molto utile anche un attrezzo simil-pialla noto come Surform, della Stanley.
Uno dei problemi è dato dal fatto che dopo un po’, proprio a causa della forma triangolare, lo stem diventa intenibile con qualsiasi tipo di morsa, ma con un po’ di tentativi e l’aiuto di una lunga vite fissata in punta, il problema è risolvibile.
Qualche ora di lavoro, molti trucioli e una buona mascherina e il pezzo è fatto. Che battaglia però! 

Da sottollineare un importante acquisto presso Tuttolegno di Gugliasco: una massiccia tavola di Douglas, che faccio tagliare in vari pezzi ad opportune misure e alcuni listelli di Mogano. Il Douglas, è previsto per tutte la parti per cui sono richieste le più elevate caratteristiche meccaniche (es. falchette, specchio di poppa, timone). Il Mogano invece è scelto per la sua durezza (ingresso e uscita della deriva, del timone, skeg sotto allo scafo)-
Come indicano le foto, il lavori procedono anche su altri fronti. Nonostante tutto mi sembra di essere sempre lontanissimo dal fatidico momento in cui la barca, come per magia assumerà un aspetto tridimensionale e tutti i pezzi verranno assemblati in cortile, liberando la casa. La casa infatti in questo momento è abbastanza invivibile: pezzi di barca, legname e attrezzi dappertutto: impensabile affrontare il prossimo inverno in queste condizioni!
[i listelli di Cedro rosso e Mogano che formeranno la deriva]

[lavori notturni alla cassa di deriva]

[la cassa di deriva montata a secco]

[listelli di Douglas appena acquistati]

venerdì 8 agosto 2014

GIS parte 5: prima resina

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[primo incollaggio]
In queste ultime settimane, i lavori al GIS mi hanno preso tutto il tempo libero, al punto di non riuscire neppure ad aggiornare il blog. E' ora di recuperare!

Ho usato per la prima volta la resina epossidica fornita da Epoxyshop, incollando i telai in Cedro Rosso alle paratie n.1 e n.2. Grande cautela nel maneggiare per la prima volta la resina e l’indurente, da mescolare in precise quantità (uso di bilancia al grammo) e da miscelare con Silice per ottenere una sostanza della consistenza del miele. E' incredibile: tutta la barca sarà tenuta assieme da questa “cosa miracolosa".
Alla fine tutto fila liscio. Unica nota, questa sostanza si appiccica dappertutto (ai guanti, alle suole delle scarpe) e dovrò stare molto attento a non portarla inavvertitamente in casa dal cortile: una volta asciugata, diventerebbe parte integrante dell'arredamento.
Rientrando dal lavoro la sera dedico un paio d’ore quasi tutti i giorni. Sono questi momenti molto importanti e che mi permettono di progredire lentamente ma costantemente. Una sera, asciugata la colla, mi dedico al taglio del grande foro nella paratia n.2. Scartata l’idea del seghetto alternativo che avrebbe reso impossibile i tagli curvi, decido di adoperare il cutter. Riesco nell’intento, ma con uno sforzo (e qualche rischio fisico) ingiustificato nel cercare di tagliare il tenace compensato da 6 mm. Per i prossimi fori cambierò tattica (sega a tazza + alternativo Bosch)
Intanto ho montato in cortile un grande telo sotto cui poter lavorare protetto dalla pioggia, essendo che questa estate proprio non vuol arrivare..
Ho anche acquistato dalla Nautiplus tre botole d’ispezione che monterò sulle due casse stagne a prua e a poppa. Le ho ordinate di colore nero. Faranno un figurone. Il nero snellisce.

[piallare alle quote previste]

[Botole d'ispezione]

[i lavori proseguono sotto la pioggia]
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