A chi non è capitato di andarsene in giro ed imbattersi in uno di quei bei cartelli che -con o senza catena di sbarramento- precludono il passaggio? Parlo proprio di quel cartello, "PROPRIETA' PRIVATA". Senza nessuno, senza motivo, solo per il gusto di farti notare che .. "qui è mmio!". Domenica mi sono concesso una bella corsa solitaria, ruspante, su in collina. Ritmo teso ma ancora godibile e in leggera progressione: salita per il sentiero n.27, giro attorno alla Basilica di Superga, e poi giù per il sentiero n.29 ...ed eccolo lì, quasi in fondo alla vorticosa discesa ...nuovo, lindo, scintillante ..proprietà privata! Cosa dovrei fare? Risalire fino in cima???
Ci sono presone che sanno spiegare meglio di altre le cose. Jerome K. Jerome è una di queste. Proprio in questi giorni mi è ricapitato in mano il suo manuale "Tre uomini in barca" (1889) che affronta magistralmente questo (e tanti altri) argomenti. Io mi sento di condividere il pensiero dell'autore:
... La vista di quei cartelli ha la capacità di risvegliare in me gli istinti peggiori. Provo il desiderio di strapparli ad un ad uno, e di inchiodarli sulla testa dell'uomo che li ha messi lì, uccidendolo, e poi di seppellirlo e metterli il cartello a guisa di lapide.
Quando accennai questi miei sentimenti ad Harris lui mi rispose che sarebbe andato addirittura oltre. Disse che non solo provava il desiderio di uccidere l'uomo che aveva voluto appendere quel cartello, ma che avrebbe voluto sterminargli anche la famiglia, gli amici e tutti i parenti fino all'ultimo, e poi bruciargli la casa. Questo a me sembrava un po' esagerato e glielo dissi, ma Harris rispose: "Nemmeno per sogno. Gli starebbe proprio bene, e per finire andrei a cantare canzoni comiche sulle rovine".