mercoledì 24 febbraio 2010

Offertissimaaaaaaa...

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Vendesi paio di prestigiosi pattini da ghiaccio per bimbo, n. 26-27. (età 4-5 anni). Tenuti benissimo, come nuovi, lame rifatte, modello da Hockey nero e bianco.
Prestigiosa marca canadese CCM modello "Intruder", come marcato in azzurro sul gambaletto.

E' quello che vi serve per vedere (impotenti) vostro figlio sfrecciare a 50 Km/h sulla pista ghiacciata!

Vostri per 30€.  Praticamente regalati!
Si valuta anche baratto con attrezzatura per sport esotici.

Spicozzando..

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Arrivate le foto di Lorenzo:

[Secondo salto, fine del tiro]

[Terzo salto, inizio del tiro]

lunedì 22 febbraio 2010

Sciata in valle Viù

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Domenica ho preparato tutto, caricato l'auto e mi sono diretta in valle Viù, località Pian Benot, insieme ai miei bambini, per trascorrere una giornata sugli sci da discesa.
E' stato molto bello, molto a misura di bambino, sole, poi un po' velato e nemmeno troppo affollato.
Carola ed Emanuele hanno fatto il pieno di ossigeno - non si respira in centro a Torino durante questo inverno - e si sono radiosamente stancati su e giù per le seppur limitate piste del comprensorio.
Nota di rilievo: Emanuele ha imparato a prendere lo skilift da solo, ovviamente al colpo......  L'immagine non è fedele rispetto agli impianti realmente in funzione.

domenica 21 febbraio 2010

Cascata di Loo

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Oggi, con Lorenzo, abbiamo salito la cascata di Loo, nella valle di Gressoney.
Si tratta di una cascata non difficile (65°-75°, D-, 150m) che peraltro si forma abbastanza raramente, vista la quota bassa in valle e la grande portata d’acqua, e che quindi tende a gelare con difficoltà. Inoltre è priva di pericoli oggettivi, non essendoci al di sopra nessun pendio di accumulo di neve (pericolo slavine), caduta abbondante l’altro ieri e grande elemento di rischio in questi giorni assieme al vento di foen che ha soffiato fortissimo ieri.
Oggi l’aria è di nuovo fredda (-10° alla partenza). Siamo comunque rassegnati a finire la giornata bagnati fradici, essendo che già dalla macchina si vede chiaramente l’uscita del flusso che cola copiosamente. Per me oggi la giornata ha il significato di una ripresa, visto che l’ultima cascata l’avevo salita nel 2007.

Dunque si parte. Percorriamo facilmente il letto del torrente Loo fino all’inizio del prima salto, per la verità per nulla invitante dato il pessimo stato del ghiaccio sotto al quale, in trasparenza, scorre vorticosa l’acqua, che si raccoglie in una profonda pozza alla base. Tiro da 30m che supero io, tutto sulla destra.

In cima, proseguiamo nuovamente lungo al torrente, fino alla base del secondo salto, più imponente. Lo supera Lorenzo, facendo filare tutti i 55m. di corda e sostando in un diedrino tra il ghiaccio e la roccia. Raggiuntolo, proseguo ancora 30 m. fino in cima al salto.

 [Il secondo imponente salto]

[Lorenzo sul secondo salto]

Si è ora alla base del terzo salto, il più delicato a causa della abbondante presenza d’acqua che scorre libera nel centro della cascata e sotto al ghiaccio della parte destra. Questa parte sta già cedendo, data lo spessore esiguo e l’esposizione al sole: c’è una grossa frattura orizzontale che parla molto chiaro..
[Lorenzo sosta all'inizio del terzo salto]

L’unica parte che è sensato salire è a destra, un tiro di corda con una divertente sezione verticale iniziale di circa 4m. Qui salgo su ghiaccio è estremamente plastico e “facile” per le punte delle picche e dei ramponi. Tiro da 55 m.  Dal pianoro sommatale non resta che scendere per canalini prima (molta neve!) e il bosco poi fino alla macchina.
Bellissima giornata in ambiente solitario e suggestivo, grazie alla molta neve e all’isolamento.


[Vista dalla macchina: sono visibili il secondo e il terzo salto, mentre il primo rimane nascosto dagli alberi]


[Misteriose tracce di animali sui tronchi nel bosco]


[Le belle case della frazione di Pont Sec, alla partenza]

mercoledì 17 febbraio 2010

Regalo!

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Prezioso libricino regalatomi per San Valentino...Presagio di grandi razzie di appigli in terra francese.
Non resta che organizzare la spedizione!

domenica 14 febbraio 2010

Sabato bianchissimo

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Ieri, col meteo favorevole, ne esce una giornata sugli sci abbastanza impegnativa. Siamo tutti in Valtournanche, con un sole atomico, il cielo blu, e l'aria bella fresca.. Silvia Con Carola ed Emanuele, e i ns. amici Alberto&Natalia con il loro Simone si avventurano per le piste nel comprensorio di Cervinia, sfruttando il fatto che nessuno dei bambini paga il giornaliero e gli adulti hanno tutti un buono sconto del 50%.
La giornata risulta impegnativa soprattutto per Emanuele (5 anni) che si trova di continuo senza carburante (glicogeno) passando quindi da stati di euforia (scia citando a memoria le puntate di Winnie the Pooh) a momenti di crisi acuta, tipo pianti isterici in cabinovia. La quota anche non ha sicuramente aiutato (Plateau Rosa è a 3500 m.). Sul finire della giornata "non va" proprio più  e Silvia è costretta prima ad inventarsi un passaggio su una motoslitta per risalire ad un colle, poi , in basso, ad abbandonare gli sci (li recupererò poi io a fine giornata) per poter almeno caricarsi in spalla la creatura e raggiungere l'auto.
Io invece, fedele agli sci stretti, mi ritrovo incredulo sulle piste di fondo di Torgnon (poco distante) dove decido di percorrerne tutte le piste con gli sci da skating. In totale:

anello da 10 Km, in 36'00
anello da 7,5 Km in 27'55
anello da 5 Km in 24'29
anello da 3,5 Km in 08'07
spuntino
anello da 24 Km in 2h13'19"
quest'ultimo ormai senza più energie. Una pena, ma ormai ero in ballo e l'orgoglio...
In totale 50 Km in circa 4h. E il Cervino sta a guardare.

venerdì 12 febbraio 2010

Misurare un risultato

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La gara è conclusa. Ok, ok, non ho vinto! Sono arrivato ?#!esimo... beh, è pur sempre un risultato! Ma come posso capire quanto sono andato bene (o male)?

La prima considerazione è sicuramente soggettiva, cioè in base alle sensazioni provate in gara, e si può star certi che raramente tradiscono.
La seconda considerazione è in base agli altri partecipanti di cui si conosce il valore sportivo rispetto al nostro: i cosidetti amici-rivali.
Ma quando si cerca di valutare la propria performance in maniera oggettiva, si può giocare con svariati parametri, e ciascuno coglie una certo aspetto della situazione. La cosa diventa via via più difficile quando poi si cerca di confrontare tra loro i risultati di gare diverse, per distanza, livello medio dei partecipanti, quantità dei partecipanti, durezza del percorso..
Dunque giochiamo:

Posizione assoluta: Funziona bene se siamo soliti arrivare molto in alto in classifica, ma non tiene conto del livello della gara. (diverso è 3° in una gara regionale o in una nazionale..)

Tempo impiegato: Funziona bene nella corsa, dove il terreno ha poca influenza sul risultato (es. 10 Km, Maratona), ma è improponibile se ci sono dislivelli o se si parla di sci di fondo o bici, dove la "velocità" del terreno influisce pesantemente sul tempo finale.

Posizione %: Percentuale sul numero di classificati. Funziona bene se siamo "nella pancia" della classifica, ma varia se il livello medio dei partecipanti cambia sensibilmente.

Delta Tempo impiegato %/Tempo del vincitore: Cioè fatto 100 il tempo del vincitore, quanta% in più ci ho messo. Funziona bene a patto che il vincitore sia sempre della stessa forza.

Si può anche fare la Media tra la Posizione% e il Delta tempo impiegato%, ottenendo un parametro spazio-temporale che media ancora tra le variabili in gioco...

Chi offre di più???

lunedì 8 febbraio 2010

Foto MarciaGranPa

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Ieri: sulla sinistra, col pettorale 108 e completino vintage blu e rosso, la Polisportiva avanza a fatica intorno al Km 5. [Foto gentilmente concessa dall'organizzazione della marcia]

XXX Marciagranparadiso

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Ieri ho concluso con grande fatica la Marciagranparadiso, la 45Km in tecnica classica di Cogne.
Meteo fantastico, con tanto sole, aria fredda, sole caldo, abeti carichi di neve. Una pista perfetta, attraverso la Valnontey, Valleille.
Cogne, con la sua conca e il circolo di montagne circostanti, è senza dubbio un pezzo di paradiso in terra, la dimstrazione dell'esistenza una regia superiore.
Tanti amici, tanti volti noti, tanto calore umano, anche in gara, sulla lunga pista.
Per me una gara dalle sensazioni alterne, dal disagio totale della prima parte, tale da farmi pensare al ritiro, alla sensazione di fare bene, alla profonda stanchezza finale.
2h51' . 234°, ovviamente al di sotto dell'aspettativa di inizio stagione.
Una gara che mi ha chiarito molti dubbi. Felice di esserci stato.

sabato 6 febbraio 2010

Colle della Forcola (2460m.)

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Gita in compagnia di Teo e Luca e di altri 8 sciatori valligiani.
Partenza dagli impianti di Pian Benot quasi al fondo della valle di Viù.
Siamo saliti fino al colle delle Lance e poi scesi nell'altro versante tenendoci verso destra.
Siamo risaliti fino al colle di Forcola, dove io mi sono fermata, mentre gli altri volenterosi si sono avvicinati alla Punta Lunella (2772m.).
La discesa per lo stesso percorso di salita con un allungo in più - vista la neve ben sciabile, anche se in generale  molto tirata dal vento notturno - sotto il colle Lance.
Il sole andava e veniva, poi è andato e basta, ma quando c'era scaldava un sacco.
S.

Scivolata spinta

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La gara dei top. Il passo "scivolata spinta", la marcia più veloce del fondo, portata all'esasperazione.
Fino a pochi anni fa era il passo da discesa o al limite per il piano, oggi si fa anche in salita e ..per 70 Km.

Dalla partenza al traguardo, frequenze di spinta elevatissime, sci che si staccano da terra, una foga impressionante, fino lungo la salita finale e il traguardo.

Con il pettorale n. 4 OSKAR SVARD (Sve)
Con il pettorale 1, JERRY AHRLIN  (Sve)
Con il pettorale 111 , JORGEN AUKLAND (Nor)

che saranno rispettivamente primo, secondo e terzo.

giovedì 4 febbraio 2010

Sensazioni di gara e considerazioni

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Premessa.
Il percorso: i 70 Km si possono così suddividere:
1-     Dalla Partenza al Km 3: breve tratto nervoso, con salite e curve brusche in mezzo alle case di Moena.
2-     dal Km 3 e fino al Km 18 (Canazei): tutta lieve ma costante salita.
3-     Da Canazei (passaggio ponte) fino a Lago di Tesero (Km 55): lunghissimo tratto in falsopiano a favore, intramezzato da qualche rampa.
4-     Da Lago a  Molina (Km 65): è un tratto che definirei “ipnotico”, essendo che il percorso ha pochi riferimenti e che la stanchezza si sta impossessando di te.
5-     Da Molina (passaggio ponte) a Cascata (Km 67): leggera ma costante salita.
6-     Da Cascata all’arrivo (Cavalese): ultimi 3 km di vera salita a tornanti fino al traguardo. Tratto famoso, in cui i top si giocano il podio.

La tattica: Cerco di non strafare nei primi 18Km di salita, per poi dare gas, sperando di avere sci scorrevoli, fino a Cascata. Qui è d’obbligo fermarsi a sciolinare e sperare di averne ancora per la salita finale. Non mi porto liquidi, ma bevo un sorso a tutti i rifornimenti. Ogni 30’ minuti un sorso di enervitene, che invece porto con me assieme a qualche pastiglia di sali. Ho in testa i parziali della gara dell’anno scorso, che tutto sommato era stata per me una bella prova (1022° in 4h22’).

Moena, buio al mattino, aria a -7 e neve a -9 (1 cm di neve fresca nella notte). Provo gli gli sci ancora una volta dopo aver applicato 3 mani leggere di VR30 a sughero. Mi sembra che vadano. Saluto gli amici ed entro nel mio cancello, 1 ora prima della partenza prevista per le 8.40. Alba grigia.

Sotto al rumore dell’elicottero che ci sorvola per le riprese, si apre il cancello. VIA! La partenza in real time,
col chip sotto al pettorale, evita l’impeto di una volta che ti portava a percorrere il primo Km a freddo e oltre soglia, nella speranza di non rimanere bloccato nell’imbuto della prima rampa. Comunque la prima rampa, a neanche 1 Km, riserva una sorpresa: un concorrente, caduto, non si rialza. Un malore? Sopraggiungo e lo vedo riverso con la schiena sulla neve, la faccia verso valle,  occhi e bocca spalancati, immobili, sembra irrigidito. Una immagine che mi accompagna per tutta la gara. Non serve fermarsi, è pieno di spettatori, già attivi a chiamare i soccorsi. La gara dunque prosegue.

Al km 5 prendo il primo lap: 24’, quasi 2 minuti in più dell’anno scorso. E qui si intuisco l’antifona, anche se è vero che i 2 cm di neve caduti negli ultimi 2 giorni, con il freddo, hanno rallentato la pista di gara. Non mi perdo d’animo e mi impegno a sciare al meglio. Concentrato, costante, spingendo ma non al mio limite arrivo al giro di boa a Campitello in 1h29’ cioè con 9 minuti di ritardo sull’anno scorso. A questo punto è chiaro che non è solo l’effetto neve, poiché sono diversi quelli del gruppo di merito dopo il mio che mi hanno raggiunto.

Passato il ponte e volti gli sci verso la parte bassa della valle, sfrutto qualche discesa per rifornirmi di carboidrati e sali, prima di mettere in pratica la “scivolata spinta” che ormai è il passo principale di questa gara. Qui chi ha buone braccia le deve mettere in azione. Io – a malincuore - realizzo di non avere sci particolarmente veloci, e in più le mie braccia quest'anno sono quelle che sono.  Perdo lentamente ma inesorabilmente posizioni.

La situazione si mantiene inalterata fino a Molina. Da qui riattacco con l’alternato e il passo spinta, essendo che la sciolina mi tiene ancora bene e posso allungare il passo nella leggera salita. Qui –dove l’anno scorso mi ero spento- tengo invece bene e recupero anche diverse posizioni.
Alla base della cascata ho la fortuna di prendere all’ultimo rifornimento un bel bicchiere di caffè iperzuccherato che ha l’effetto di una sberla. Da lì a poco, mi fermo e sciolino con uno stick 0+2 che mi ero portato dietro, potendo così saltare la breve coda all’assistenza sciolinatura. Mi lancio su per la salita senza grosse difficoltà e con buone energie superando una trentina di concorrenti, per infilarmi tra le case di Cavalese e concludere in 4h55’, circa 1600°.

In estrema sintesi, la mia una gara per vari motivi sottotono, ma pur sempre bellissima. Direi un genere tutto a parte, nel panorama delle granfondo.

Per chi vuol raccontare le sue impressioni di gara, può ciccare sui commenti qui sotto.
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