Grande emozione quando Sabato 6 lo scafo ha preso in poche ore, e quasi per magia, la sua forma, e le linee del Goat Island Skiff sono comparse per la prima volta: lo scafo è entrato nella terza dimensione!
Eh si, 3D. Grande emozione ma anche timore di sbagliare qualcosa in questa delicata fase, dove la resina epossidica blocca per sempre tra loro i vari pezzi, incusi eventuali errori. E' stata anche una liberazione nel togliere dalla casa tutti gli enormi e ingombranti pezzi di barca che erano diventati abbastanza insopportabili.
Ma andiamo con ordine. Un test a secco, con sole viti, lo avevo già fatto la domenica prima. Si è trattato ora di aggiungere la colla e rimontare il tutto con le viti, usando i fori che avevo fatto precedentemente.
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[I fianchi sono collegati al diritto di prua] |
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[Inizio a chiudere le code..] |
Ho inizialmente unito saldamente le due fiancate al diritto di prua (cioè lo stem), ottenendo una enorme V che ha riempito da un muro all'altro tutto il piccolo cortile. A questo punto è iniziata la parte più difficile con l'incollaggio della paratie n.1 e n.2. Questa fase prevede di avvicinare tra loro le code delle due fiancate e quindi creare verso prua una struttura a forma d A, molto, molto tensionata. Ho fatto tutto da solo grazie all'utilizzo di un paranco. Io ne ho inventato uno di stampo alpinistico (usando moschettoni, corda e fettucce) e intagliandomi ad hoc due ganci ricavati da due pezzi di legno di scarto. E' anche possibile usarne uno già preparato come quelli di fettuccia usati per fissare i carichi sui camion.
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[I due ganci allargano la parte alta, mentre in basso il paranco chiude] |
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[Il paranco e la paratia n.1] |
Non è stato facile, poiché la colla costituisce uno strato molto scivoloso e la paratia n.1 vorrebbe disperatamente uscire schizzare verso l'alto: gli scricchiolii sinistri dei legni che si piegano, la colla che va dappertutto, il paranco da tirare e bloccare, cacciavite e viti che scappano, gli allineamenti segnati a matita da ritrovare con precisione... un lavoraccio. Alla fine, più facilmente incollo la paratia n.3, la n.4 e FINALMENTE ..lo specchio di poppa.
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[A metà del lavoro] |
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[Lo specchio di poppa è incollato] |
Guardando la creatura, rimango estasiato dalle linee che sono letteralmente sbucate dal nulla. I fianchi che poco prima, coricati a terra, avevano una forma sgraziata, ora hanno l'inconfondibile linea prevista dal progettista: prua è alta e diritta, il bordo è dolce e scende con continuità verso poppa. Si è formato il rocker, cioè la curvatura prua-poppa dei bordi inferiori dei fianchi. La sezione di prua è affilatissima... un vero Goat Island!
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[Uscita dalle tenebre!] |
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[Il lavoro con la pialla Stanley sui chinelogs] |
La seguenti sere dopo il lavoro sono spese in un lungo ma piacevole lavoro di pialla, col fine di spianare i due chinelogs (cioè i montanti inferiori) e creare la superficie piana adatta all'incollaggio del fondo. Una accurata verifica della geometria dello scafo non evidenzia anomalie di simmetria. Che sollievo! Una imprecisione in realtà c'è: la paratie n.3 e n.4 sono montate lievemente (qualche millimetro) basse e dovrò spessorarle prima di incollare il fondo. Poco male. Un lavoretto imprevisto si aggiunge, ma l'inconveniente si risolverà senza lasciar tracce.
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[L'allineamento delle paratie: la perfezione!] |
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[La produzione massiva di trucioli di Cedro Rosso segna il procedere del lavoro di piallatura dei chinelogs] |
4 commenti:
Ohi, ohi!
@Francesco, che guaio, che guaio.. ;-)
Maaaa.....curiosità: per portare delle persone sul natante in questione, hai da omologarlo?
@Avantindrè, interessante quesito. Per una barca interamente autocostruita tipo natante che navighi entro le 6 miglia dalla costa, la legge non prevede alcun tipo di immatricolazione / omologazione. Questo almeno è quello che si trova in rete. Rif.http://www.nautikit.com/norme.htm
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