Finalmente trovo il tempo di postare l'aggiornamento dal Cantiere Nautico Polisportivo, che con Dicembre e Gennaio ha dovuto sospendere le attività sullo scafo (il lettore attento saprà ormai che le basse temperature non consentono l'uso dell'epossidica) per avviare i lavori su "pezzi" più piccoli, in casa o in cantina.
Ho iniziato dunque la scassa del timone, sfruttando un'oretta ogni sera.. Purtroppo un imperdonabile errore (dovuto alla stanchezza) di misura mi ha fatto buttar via una settimana buona di lavoro serale e il relativo legno (poco, per fortuna), e ho dovuto rincominciare da capo. Pazienza. Ecco qualche foto del secondo tentativo. La scassa, molto essenziale e pratica, è costituita da compensato Okumè da 6mm e da rinforzi in Douglas, legno con cui è fatta anche la possente barra, lunga ben 1,3 m. Il tutto incollato e rinforzato con 6 bulloni passanti in inox. Impressionante. La particolarità del sistema (che prevede anche l'impiego di un elastico) consiste che in caso di urto col fondale, la pala si alza evitando di assorbire l'energia dell'urto. Molto astuto.
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[Bulloni in Inox un po' lunghi: li ho segati e limati in seguito] |
In parallelo, prima con la pialla, poi con carta abrasiva da 60 e 80, ho iniziato a lavorare il profilo della pala della deriva. Lavoro delicato che implica un continuo controllo del profilo con le due dime appositamente preparate: una per il bordo d'ingresso e una per quello di uscita. Abbastanza noioso, ma alla fine il risultato è stato molto soddisfacente.
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[si vede la dima applicata al profilo dingresso] |
In casa si riesce a lavorare bene di pialla, in quanto i trucioli sono facilmente raccoglibili con la scopa e non si produce polvere fine. Quando si passa alla carta abrasiva invece diventa obbligatorio uscire in cortile!
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[pialla e scopa: due attrezzi fondamentali nel cantiere casalingo] |
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[Rifinitura con lungo blocco di legno con applicata un grosso pezzo di carta abrasiva] |
Mr. Storer ha pensato a tutto: i piani costruttivi forniscono un
profilo aerodinamico da ritagliare e incollare su un pezzo di compensato,
formando una dima: serve per valutare quanto si è lontani o vicini alla forma finale del profilo. Questo profilo è stato studiato appositamente dallo
specialista di aerodinamica Neil Pollock (!?!). Cosa volere di più?
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[Dettaglio del bordo d'ingresso ..studiato da Pollock] |
Per raccordare all'estrema prua le due falchette, mi sono inventato questo pezzo di
Mogano, appositamente tagliato a
forma di T. Sembra perfetto.. in realtà mi è uscito al
quarto tentativo! L'incollaggio avverrà in primavera.
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[inserimento della finitura della prua] |
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[Il timone è solo appoggiato, ma ..che meraviglia!] |
Girare lo scafo da soli: un interessante esercizio brillantemente risolto con l'uso di parecchi cuscini (!) e uno spezzone di corda.
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[piano piano...] |
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[E voilà!] |
E'stata anche la volta dell'apertura sul fondo per la deriva. Momento poco confortevole quello del taglio del fondo della barca, tramite il trapano prima, il seghetto alternativo poi, per finire con raspe varie e infine carta abrasiva sempre più fine. Ho trovato una punto di raccordo che è rimasto senza colla: dovrò ricordarmi di sigillarlo con epossidica prima del varo, altrimenti ..andrò a fondo.
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[una scena raccapricciante...!] |
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[a lavoro terminato] |
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[la deriva come un'ala d'aereo] |
2 commenti:
Siamo ai lavori di fino.
Davvero bella!
@Francesco, grazie! si, i lavori si sono fatti più fini e di impatto estetico. Manca però ancora una mostruosa, interminabile, soffocante mega-levigatura dello scafo e verniciatura finale. Mi tengo questo compito per i primi weekend di caldo..
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