[Partenza da Valnontey: prima della cura!]
Sabato 4.
Con Silvia e Lorenzo, lasciata un'auto a Sarre (infatti prevediamo di scendere per la Valsavara) ci rechiamo a Cogne e, con l'intera giornata a disposizione, ci avviamo fiduciosi (nel meteo, che è previsto si guasti nel pomeriggio) verso la testata della Valnontey. Tutta la valle riporta chiari i segni del terribile inverno: ponti crollati per il peso della neve, boschi distrutti dalle slavine, ecc.[il ponte dell'Eufralet è crollato, ma si passa comunque. La freccia rossa indica l'incredibile locazione dei due bivacchi]
[Lorenzo con i resti di un piccolo camoscio]
Obiettivo della giornata è arrivare ai bivacchi Pol e Grappein, che le carte danno 1500 m. più in alto e a circa 6 ore di distanza da noi.
[Silvia attraversa i nevai, nella parte alta del percorso]
[Biv. Grappein, ...temporale in arrivo!]
Il resto della giornata passa tra varie attività di cucina, paziente raccolta d'acqua di fusione, sonnecchiamenti e ..scongiuri sul meteo, che però si mantiene brutto fino a sera.
Consueta sveglia ore 2. ..stellato!!! Le previsioni dunque dicevano il vero. Buona colazione e via con le frontali, poichè la luna -pur quasi piena - in realtà ci rimane nascosta.
[sosta, prima di affrontare la terminale]
Attraversiamo la notte guidati da Lorenzo fino alla base della Torre di Ceresole. Qui pieghiamo a destra e puntiamo, con grande attenzione ai crepacci, alla base della nostra parete che ora diventa ben visibile. Qui passo avanti io e - superata in modo poco elegante ma efficace la crepaccia terminale - iniziamo la risalita della parete vera e propria. Questa si rivela molto faticosa a causa della poca consistenza della neve specialmente a partire dalla parte centrale in su. 4 ore per la parete, che normalmente ne richiede da 2 a 3.
[Silvia ed io in vetta]
[Lorenzo e Silvia in vetta]
Raggiunta finalmente la cresta, preceduti da una cordata che è appena uscita dalla parete nord, la percorriamo fino alla piccola madonnina che ne segna la vetta.
La giornata è splendida. Sul versante opposto si accalcano decine di alpinisti che sono saliti dai rifugi Vittorio Emanuele e Chabod. Per noi sarà la via di discesa, veloce e sicura, anche se dovesse peggiorare il tempo, cosa prevista ma che non si verifica.
Scesi dunque a Pont in circa 4 ore, recuperiamo le auto con efficace combinazione di autostop (Silvia) e pullman (Lorenzo ed io).
[Dalla vetta, verso la via normale]
6 commenti:
bellissimo, però io alle 2 di notte stò ancora bevendo l'ultima birra, tu hai pane e nutella !!!
complimenti per fare quello che fate, ci vanno i controcoglioni.
le levatacce fan parte del gioco, ma volte sono un po' più umane.
Tutto sommato è come fare una bella gara podistica, con la differenza che non puoi ritirarti.
Nessun controcoglione necessario!
Perché dalle gare podistiche ci si può ritirare?? Buono a sapersi! ;)
Bravissimi veramente se "la polisportiva Franconi" fosse una serie tv avrebbe sicuramente più audience di Lost!
Uffi...sarei venuto anch'io sul Gran Paradiso se non fosse un po' fuori mano :-(. Però la nord è un po' che macina nei pensieri :-D chissà.
Ciao atleti
ma voi... una passeggiata in centro mai, eh?! ;D che storia....
@eiocorro, hai ragione: ritirarsi mai, piuttosto ultimi, ma con onore!
@Alessandro, Nord del Grampa dicono adesso con molto ghiaccio..meglio rimandare.
@Yogi, effettivamente abito a Torino, ma mica la conosco!
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