giovedì 20 settembre 2012

Equilibrio dinamico: un invito alla vela

Un grande amico velista mi scrive questo bello spunto di riflessione.

"Penso che avere una barca propria sia un'esperienza interessante: galleggi invece di essere sui tuoi piedi e cominci a vedere le cose in un altro modo.
Galleggiare, e più in generale navigare, è un'esperienza enorme di 'equilibrio dinamico'. Ovviamente la si può trovare altrove (arrampicata, judo, surf, sci, pattini, etc), ma in barca è costante e più 'lunga'. In effetti il tuo equilibrio risulta dalla somma della barca, di quello che fai, della superficie dell'acqua e del vento, se c'è.
Personalmente credo che l'equilibrio dinamico sia un concetto filosofico ben più importante di quanto possa sembrare. È alla base di quella che era la cultura del surf in California e lo è in tutte le arti marziali. Non parti dalla nozione di idea cara alla cultura greca (e quindi occidentale) con il corollario di giusto e sbagliato, ma cerchi di adattarti alla situazione, accettando che il soggetto può solo fare una parte del lavoro su di una situazione od opportunità contingente e fugace. Da cui l'importanza della 'mente vuota' e della comprensione del flusso delle cose per potersi adattare e quindi essere più efficaci. È un po' come quando hai compreso la natura della roccia e 'sai' che c'è un appiglio che non hai ancora visto ed adatti la tua progressione a queste situazioni esterne, piuttosto che dire: se ci fosse stato un appiglio là, fatto così, non sarei caduto..."

Già, la teoria è affascinante, e per verificarla basta procurarsi una barca, molto meglio se piccola, leggera ed essenziale: lungo le nostre coste ci sono moltissime associazioni che le affittano a prezzi modici anche solo ad ore. Oppure si può acquistare una delle ultime novità in fatto di piccoli battelli a vela gonfiabili e non.. dal bellissimo sito di Terraferma Sailors un riassunto di cosa offre oggi il mercato.

A questo punto non rimane che mettersi in gioco e provare...

2 commenti:

zucchero d'uva ha detto...

La storia dell'adattamento, dei "microaggiustamenti" come li chiamo io, dell'equilibrio dinamico, è qualcosa che il cervello impara pian piano e si adatta, è qualcosa che il giorno prima non ti è mai riuscita e poi all'improvviso ce la fai, alcune vie di arrampicata mi vengono addirittura in mente quando vado a dormire e il giorno dopo riesco a risolvere. La cosa che rende speciale questi sport è il contatto con gli elementi. Ti allenano il cervello e lo spirito e ti riempiono il cuore di gioia.

Enrico ha detto...

@zuccherod'uva, poarole sante..

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