domenica 11 marzo 2012

Cima del Carro (3326 m.), quasi vetta

Venerdì di cassa per me, ferie per Silvia, bambini a scuola... e scatta la gita. Con le previsioni meteo buone, scegliamo una itinerario verace: esposizione nord, tale da garantire una buona neve e con 1500m di dislivello, abbastanza da tornare alla macchina anelando a una birra.
Ma una signora perturbazione ci mette lo zampino: sfuggita alla fitta rete di satelliti, stazioni meteosat, nimbus e trebbì vari, ci attende serafica alla partenza per accompagnarci per tutta la giornata con i suoi fiocchi di neve, e negandoci il sole, la vetta, i panorami e il piacere della discesa non ostante la neve fresca. Ma noi prendiamo tutto e va bene così. Questa è la montagna.

Il video è venuto un po' allucinato, ma è quella in effetti era l'atmosfera.

7 commenti:

theyogi ha detto...

atmosfere metafisiche, roba da duri e puri.... :)

Enrico ha detto...

i duri e puri sarebbero arrivati in cima... ;-)

Furio ha detto...

...no caro, che invidia lo dico io!
Bravi ;-))

zucchero d'uva ha detto...

Forte il video, e... quanta neve avete lì!!!
Beati voi!
E i figli? quando cominciate a portarli?
Io ho lo stesso "problema" !!

Enrico ha detto...

Mah, bisognerebbe iniziare con gite cortissime, sperando che si appassionino. Se riesco a rimediare un po' di attrezzatura usata (tipo mercatino usato di decathlon), proverò l'anno prossimo con la Carola che avrà 10 anni. Equilibrio non facile.. vedremo!

Ciccò ha detto...

a proposito di attrezzatura:
mia moglie, quando ha sentito parlare di artva, sonda e pala non è più venuta

Enrico ha detto...

bell'argomento Ciccò. Credo sia una cosa molto soggettiva. Io vedo che le gite e le condizioni che si trovano vanno dal super-tranquillo al gioco-suicida. Come negli altri sport d'ambiente è fondamentale la capacità di giudizio, di saper rinunciare e di usare la tua testa. Poi l'imponderabile può sempre accadere, ma questo vale per tutto, non solo per lo sport.
Credo che un po' di rischio vada accettato come parte di un'avventura. Quanto sei disposto ad accettarne e quanto ne incontri effettivamente fa la differenza tra divertirti e no.
Certo, i pericoli non facilmente percepibili (come un pendio instabile) sono quelli che mi fanno più paura. Per ora procediamo per gradi.

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