martedì 20 marzo 2012

Esperienza vela con First 21.7


[Colazione a bordo del Cric]
Un weekend d’eccezione, il mare d’inverno, un porto sconosciuto, un’esperienza totale. Ringrazio Velamedicea, la provvidenziale associazione sportiva che ha reso possibile tutto questo, e speriamo altro.

Venerdì 16, ore 19.30. Porto di Livorno. Con la Multipla girovaghiamo alla ricerca del molo giusto. Finalmente troviamo ad attenderci Alessandro e Luciano, i cuori pulsanti di Velamedicea, che ci accolgono nella piccola sede e in breve ci accompagnano alla barca. Lei è ormeggiata ad un grande molo nei pressi di alcuni enormi panfili a motore e sembra essere lì ad aspettarci. In pochi minuti, ricevute alcune importanti raccomandazioni, rimaniamo soli sul molo, nel buio, nel silenzio, noi quattro e il “Cric” che oscilla lievemente sull’acqua. Ci guardiamo increduli.. c’è già nell’aria un forte odore di avventura... In breve attacchiamo il fornello e ceniamo sul molo con gnocchi coop e altre leccornie. Stiviamo quindi alcuni bagagli in barca e ci prepariamo a trascorrere la prima notte in questa nuova dimensione marina.

Sabato 17, ore 7.00. Dormito poco, sicuramente per un po' di tensione. Mi sfoglio le carte nautiche, poi il manuale del cantiere, per capire come è organizzata la barca: la pompa di sentina, quadro elettrico, batterie, luci, dotazioni di sicurezza, ecc. Poi comincio ad esplorare. Manovre, drizze, scotte, borose, ecc. bisogna sapere dove ogni cosa è posizionata e come è organizzata. Dopo aver rivoltato tutto sottosopra mi ritengo soddisfatto, anche se VHF e il GPS rimangono ancora oggetti abbastanza misteriosi

Ore 10.20.  Dopo accurati preparativi si accende il motore e si mollano gli ormeggi. E’ previsto vento teso per cui, prudentemente, abbiamo già preparato la randa con una mano di terzaroli. Ci orientiamo con un po’ di attenzione tra le varie boe e dighe del porto fino a imboccare l’uscita e guadagnare il mare aperto. Qui ci attende oltre al vento teso anche un mare di conseguenza. Di ora in ora continuerà ad aumentare, aumentare, aumentare … Come previsto, la nostra rotta per Castiglioncello (11 miglia più a sud) è esattamente controvento.
Inizia da subito la lunga bolina, che diventa di ora in ora più disagevole. Dopo un’ora riduciamo decisamente il fiocco e le cose vanno molto meglio. Dopo un’altra ora la barca è di nuovo troppo invelata per le condizioni: navighiamo troppo sbandati e sempre più spesso è necessario sventare la randa. Andrebbe presa la seconda mano di terzaroli, ma non so come fare: non posso mollare il timone, né cederlo a Silvia! In mare è molto mosso, gli spruzzi arrivano in pozzetto e in breve siamo tutti bagnati. Realizzo che non c’è più margine di sicurezza: qualsiasi avaria anche banale sarebbe un grosso problema per un equipaggio come il nostro. Dopo oltre 3 ore di bolina, all’altezza di Quercianella, a 2/3 del percorso, decidiamo di poggiare per rientrare a Livorno. La bolina diventa un gran lasco, veloce e condito da frequenti straorzate che non riesco a contrastare. In un ora e mezza imbocchiamo il porto e facciamo tutto giusto per riattraccare al nostro molo. Alla sera, girovagando per Livorno, decidiamo di esserci meritati comunque una pizza.

Domenica 18. Finalmente una bella dormita. Non ostante il cielo plumbeo per nulla invitante, cominciamo a sentirci decisamente più a nostro agio in questo ambiente. Senza fretta facciamo la colazione e i preparativi: oggi ci attende una uscita didattica. Promettiamo ai bambini – un po’ segnati dalla giornata di ieri - un rientro veloce in caso di condizioni dure. Per fortuna non è così: il mare è poco mosso e il vento è teso quanto basta per far camminare allegramente Cric. Togliamo la mano di terzaroli e navighiamo a piena potenza. Silvia e Carola provano a timonare a tutte le andature. Poi invertiamo i ruoli e si dedicano alle manovre con il fiocco. L’equipaggio deve pur crescere, no? O devo fare sempre tutto io?!!

Lunedì al lavoro, sento incredulo la scrivania ondeggiarmi sotto ai gomiti.. Silvia mi chiama al telefono per dirmi la stessa cosa… e alla sera, a cena anche i due piccoli marinai confessano la stessa esperienza col banco di scuola! Un dubbio: forse che abbiamo esagerato?

19 commenti:

Hal78 ha detto...

Il timoniere che scarica le colpe sui trimmer, per lo più bambini.. :-)) Enrico, non me l'aspettavo da te.
Alla fine hai fatto una scelta saggia. Bel racconto.
Ciao!

GIAN CARLO ha detto...

Forse la scrivania e i banchi si muovevano davvero ...di sicuro non avete esagerato

Francesco Lenzi ha detto...

Davvero un'esperienza fantastica. E' così che si comincia .... o si smette subito o non si smette più.

Francesco Lenzi ha detto...

Mi sono permesso: http://marinaiditerraferma.blogspot.it/2012/03/il-battesimo-del-mare-di-enrico-e.html

zucchero d'uva ha detto...

Bellissima esperienza...degna di una polisportiva!

paddy ha detto...

mia figlia a 8 anni, al ritorno da una settimana in barca ha preso una nota perché "Valeria è disattenta e sostiene di avere il mal di terra"

Ciro ha detto...

Il capitano non tiene mai paura, dritto sul cassero,
fuma la pipa, in questa alba fresca e scura che rassomiglia un pò alla vita.
E poi il capitano, se vuole, si leva l'ancora dai pantaloni
e la getta nelle onde e chiama forte quando vuole qualcosa,
c'è sempre uno che gli risponde....

Anonimo ha detto...

Bene bene bene
vi mancava solo questa (o forse no,c'è ancora il volo a vela con aliante, e paracadutismo...)
Volevo proprio scrivervi perchè ,dopo la prima avvisaglia sulla ricerca di barca, non avevo più notizie.
Farete altre uscite? Verrò qui e mi terrò aggiornata.Ciao a tutti e quattro,baci
Pucci da Colico (magari avete qualche altra pucci da qualche parte)

PS Il Guido Grugnola dopo Pasqua inizia la circumnavigazione della Sicilia.

Enrico ha detto...

'sti trimmer!!! La prossima volta li cambio!

Enrico ha detto...

Grazie per aver fugato il dubbio! Mi sto convincendo che BISOGNA esagerare!!

Enrico ha detto...

Grazie Francesco! Detta così fa un po' paura.. sembra un po' uno stupefacente!

Enrico ha detto...

Troppo buono!

Enrico ha detto...

Grazie ma.. come cavolo hai fatto a farla in canoa??! Eri un drago!

Enrico ha detto...

Paddy.. STUPENDA!
Grazie per ave visitato il blog. E complimenti per il tuo sito.

Enrico ha detto...

Ciro, bella ma era più tipo "ciuuuurmaa questo silenzio cos'è? Svegliaaaaa tutti a rapporto da me! ...."

Enrico ha detto...

Ciao Pucci! Nessuna intenzione di provare il volo..
Si, qualche un'altra uscita velica ci piacerebbe proprio!
Non conosci nessuno che ha una barca a vela sul lago e NON LA USA???? :-), se lo trovi, avvisa!

Il Guido lo seguiamo...è un grande!

(e non temere, sei unica!)

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe chiedere al centro velico;magari vado a parlare con "essi",ma come faccio a spiegare quale tipo di barca vorreste?Il mio vocabolario marinaro è molto limitato; un tempo fui redarguita per aver chiamato CORDA una cosa che ERA una corda,ma deve essere appellata GOMENA (mi pare) altrimenti si offende...
ci sentiamo
Pucci(Colico)

Enrico ha detto...

Ciao Pucci, il tipo di barca è "a vela" e soprattutto "aggratisse"! Va bene tutto da una deriva per uscite in 2 oppure-il massimo- sarebbe un piccolo cabinato... lo so, è quasi impossibile. Però... Pucci: se lo trovi facciamo una crociera assieme sul lago quest'estate! :-)

Paddy ha detto...

Figurati. Avete fatto un'esperienza che ritengo molto dura per i bambini, ma immagino siano abituati.
Vederli fare colazione con il tavolo in pozzetto è gioia per i papà velisti.

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